L’opera creativa e teorica di Busoni rimase in ombra durante la sua vita, oscurata dall’immensa fama del pianista.
La sua inevitabile rivalutazione si è sviluppata lentamente negli ultimi decenni.
Oggi egli è generalmente annoverato tra i grandi protagonisti della sua epoca.
La sua personale poetica è caratterizzata dall’avversione all’uso tardoromantico di inserire elementi letterari nella musica strumentale e dalla ricerca di una nuova oggettività linguistica.
Partendo dai classici, in particolare da Bach (del quale trascrisse stupendamente vari brani per il pianoforte), Busoni raggiunge una sorta di rinnovata purezza espressiva che si radica e trova la propria ragione di essere negli stessi processi dell’elaborazione tematica.
L’armonia busoniana rivela, nei suoi momenti culminanti, una condensazione cromatica che si spinge fino alla sospensione o all’occultamento dei poli di attrazione tonale.
Lo straordinario dominio del gioco armonico attesta più di ogni altra cosa la sua modernità.
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