Analizzando lo stile delle sue composizioni si trovano molti cambiamenti nel corso degli anni: ci sono tracce del tardo romanticismo del XIX secolo, c’è impressionismo ed anche il “matter-of-factness” tipico del XX secolo.
Gli anni tra il 1910 e il 1917 furono molto fecondi per la produzione pianistica di Busoni.
Appartengono a questo periodo:
• Elegie per pianoforte (1907-9),
• Fantasia contrappuntistica (1910-12),
• Sonantina seconda (1912) o il Nocturne symphonique op. 43.
Queste composizioni dimostrano l’interesse dell’autore per le opere atonali di Schoenberg, contrastando con la polemica contro l’espressionismo ai suoi primi passi, a favore dell’arte contro il “nuovo per il nuovo”.
Citiamo ancora:
• Fantasia indiana (1913),
• Arlecchino (1914-16),
• Turandot (1917).
A partire dal 1916 mise mano al Doktor Faust, un impegno che occupò gli ultimi anni della sua vita. Quest’ultima opera, ripresa a Berlino nel 1920 e rimasta incompiuta nel 1924, anno della morte di Busoni, sarà terminata dal suo allievo Jarnach e rappresentata nel 1925.
Doktor Faust si può considerare l’esempio più completo della sua concezione teatrale antiverista e simbolista.
Alcuni dati: TALENTO PRECOCE
Busoni intraprese giovanissimo la carriera concertistica, esibendosi a 7 anni. Non fu precoce solo come pianista ma anche come compositore:
a soli 14 anni aveva già all’attivo circa 150 composizioni. Meritano una menzione:
• Lieder op. 1 e 2 (1877-8),
• Cinq Pièces op. 3 per pianoforte (1877),
• Scherzo in Fa diesis minore op. 8 (1877),
• Racconti fantastici op. 12 (1878),
• Tre pezzi nello stile antico op. 10 (1882),
• Danze antiche op. 11 (1882)
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